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Testi critici

E l’acqua fa il suo giro

di Jacqueline Ceresoli

Abissi liquidi e tracce organiche di Simonetta Chierici

L’acquerello per Simonetta Chierici, biologa per scelta e artista per vocazione, rappresenta il flusso primordiale, un linguaggio emotivo ed evocativo dalla luminosità sorprendente, capace di dare forma a naturali mutazioni e trasfigurare miti della creazione di mondi invisibili. I suoi paesaggi fluidi, trasparenti, diafani come l’acqua, lievi come l’aria, tracciano dinamismi vitali incastonati in griglie semi-geometriche di foglie di eucalipto, simili alle alghe marine. Le sue piante dipendono dalla luce del sole, crescono negli abissi e si riconoscono al primo impatto per un grafismo sinuoso, quasi appunti di osservazioni di una natura misteriosa, memorie visive dagli echi letterari, trasfigurati in oculi spiraliformi, micro elementi organici, foglie, piante e viticci del suo giardino. 


Figurazione e astrazione si fondono in una sintesi di poetica eleganza, in frammenti brulicanti, simili a fossili di una civiltà scomparsa riemersi in superficie, che intrecciano paradossalmente due diverse tensioni: un principio di ordinamento di timbri sfuggenti e dissoluzioni cromatiche, quale simbolo degli strati profondi e inconsci della sua personalità che avrebbero mandato in confusione Gustav Jung. 


Poesia, letteratura, libro e acquarello in comune hanno il supporto cartaceo, un materiale fragile come l’esistenza umana, scelto dall’autrice al fine di potenziare l’espressività poetica e cromatica dell’acqua che ha un significato ambivalente (conflittuale) perché se da un lato rende fertile una pagina bianca e traccia paesaggi liquidi dall’altro allude al Caos originario. Le opere realizzate per la mostra nella galleria SBLU_spazioalbello a Milano segnano un svolta determinate della sua ricerca artistica, poiché oltre ai suoi libri ispirati alla legatura a soffietto giapponese chiamata “Nori Ire Gajo”, con due installazioni Rifugi e Rigenerazione della natura, Simonetta Chierici coniuga la bidimensionalità dell’acquerello su carta con la tridimensionalità del libro pensato come un oggetto per creare un ambiente in cui lo spettatore si immerge in un abisso liquido. 
Qui riemergono dall’inconscio impronte di elementi naturali semi-astratti, codici per ri-presentare il processo di trasformazione della realtà, che invitano a riflettere sull'essenza del paesaggio “ecocosmico” di organicità fluida.   

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