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Testi critici

di Chiara Gatti
C'era una volta l'acquerello tradizionale. Quello che i grandi maestri dell'Ottocento, da Mosè Bianchi a Segantini, da Hayez a Previati, praticavano nella quiete del proprio studio, attratti dalle diverse soluzioni espressive di un mezzo immediato e, al medesimo tempo, difficilissimo.
di Jacqueline Ceresoli
L’acquerello per Simonetta Chierici, biologa per scelta e artista per vocazione, rappresenta il flusso primordiale, un linguaggio emotivo ed evocativo dalla luminosità sorprendente, capace di dare forma a naturali mutazioni e trasfigurare miti della creazione di mondi invisibili.
di Mario Borgese
Ogni incontro d’amore ci cede il suo segreto. Quello per l’arte vertigini di colori ci aprono al mondo. Lievi stesure grigio-azzurro-acquarognole raccontano il foglio. Emergono e soggiornano pensieri mai pensati e schiudono alla bellezza delle nostre chimere. 
di Edoardo Maffeo
Si pensa per capire ma spesso i pensieri se ne vanno disordinati, ognuno seguendo una propria imperscrutabile ed imprevedibile rotta. A volte si scontrano, ma spesso si incrociano dando vita ad inestricabili grovigli di immagini e segni.
di Luca Cavallini
Simonetta Chierici, da sempre sensibile alla dimensione terapeutica e catartica dell’arte, traspone dubbi esistenziali e grovigli interiori sulla carta, metafora, nella sua fragilità, della precarietà dell’esistenza umana.